a) il lavoro

Non si possono dimenticare i suoi interventi a favore dei lavoratori messi in cassa integrazione o comunque in difficoltà a causa di crisi aziendali. Pur cercando di capire le ragioni dell’economia e della produzione nonché i condizionamenti mondiali che incidono anche a livello locale, ha assunto sempre un atteggiamento di vicinanza ai lavoratori e di sostegno alle loro ragioni. Con lui sono riprese le celebrazioni della Pasqua all’interno di aziende operanti nel nostro territorio: era un’occasione per evangelizzare il mondo del lavoro e della produzione, per tenersi informati sulle questioni più rilevanti della situazione economica monferrina (grazie agli apporti delle rappresentanze degli imprenditori e sindacali), per lavorare ad una collaborazione accettabile fra le diverse posizioni e classi. Da ricordare anche le prese di posizione – in occasione di convegni, di riunioni del Consiglio Pastorale, omelie – contro il lavoro domenicale che si è andato diffondendo sempre più, anche a seguito della presenza di supermercati. E’ utile ricordare una delle prime iniziative legate al mondo del lavoro: il Convegno “La Chiesa e il mondo del lavoro dinanzi alle sfide del nostro tempo” tenutosi il 15/03/96 in occasione della Fiera di S. Giuseppe. Presentandone i motivi scriveva: “avrò il piacere di incontrare molte persone che operano nella città e nel territorio sulle frontiere della produzione e del lavoro, sarà un’occasione per mettere a fuoco, la questione di cui andiamo parlando da alcuni mesi: la Chiesa e la città, meglio la Chiesa e la società. La società casalese che produce e lavora, in tutti i campi (dall’agricoltura, all’industria, al terziario) si incontra con il Vescovo in Visita Pastorale: e non si giudichi strano un tale incontro. Esso nasce da una duplice esigenza: per il Vescovo conoscere meglio la città e la società (cioè la gente) a cui è inviato, e per la Chiesa l’individuazione di alcuni sentieri per il suo impegno a fianco della gente e al suo servizio. E’ vero che il compito del Vescovo e della Chiesa (a prima vista almeno) sembra essere piuttosto quello spirituale e religioso: ma la fede cristiana è, da sempre, un impegno nella storia e un servizio d’amore all’uomo e alla sua piena realizzazione, tanto da non estraniare mai né il credente in Cristo né la comunità ecclesiale dalle responsabilità sociali, culturali e politiche dove si giocano i destini dell’uomo, della famiglia, della società”. E al termine dell’incontro si diceva soddisfatto per le analisi ascoltate, per la concretezza dei problemi interessanti il territorio ma allo stesso tempo il riferimento all’economia mondiale, alle differenze tra Nord e Sud del Mondo facendo notare che già Paolo VI nella Populorum progressio distingueve tra “sviluppo” che mira all’economia e “progresso” che guarda all’uomo, dell’unanime attenzione alla necessità di formazione al lavoro, e si dava un impegno “La Chiesa ha il compito di essere coscienza critica che sta dentro alla società con un richiamo a valori più alti, reagendo alla moda consumistica ed edonistica, proponendo modelli elevati, educando alla solidarietà, ad una cultura del lavoro in cui il soggetto è l’uomo”.
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(2 - segue...)

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