Un Vescovo per la Vita

Era lunedì 25 settembre 1995, giorno successivo del suo ingresso in diocesi. Mi premeva ottenere un’udienza in tempi brevi, per cui alle 8,30 telefonai pensando di parlare con un segretario o un familiare: mi rispose lui. Mi presentai brevemente e gli chiesi un appuntamento: «Vieni!» fu la risposta. Ebbi un tonfo al cuore: alcuni movimenti per la vita hanno impiegato tre mesi per ottenere un’udienza. «Vieni»: quante volte lo pronuncerà! Velocemente telefonai ad alcuni volontari e ci presentammo. Il primo impatto fu il suo sorriso accogliente, poi il suo ascolto interessato, quindi le sue espressioni di condivisione totale e l’incoraggiamento: 40 minuti. Uscendo sul pianerottolo gridai: «Spirito Santo ti ringrazio». La prima impressione era stata persino inferiore alla realtà.
Monsignor Germano Zaccheo seppe cogliere innumerevoli occasioni per sottolineare con forza e chiarezza il tema della difesa della vita nascente e per denunciare gli abomini del nostro tempo. Particolarmente fu ammirevole la sua abilità di straordinario comunicatore nel portare ogni omelia al tema della vita: festa dell’Assunta, Corpus Domini, S. Evasio, ecc.
Un solo passaggio fra i tanti, tratto dall’omelia per la solennità di Sant’Evasio del 2004:
«Questa città, ma con essa tutto il territorio, vive giorni di preoccupazione su molti fronti e ore di ansiosa attesa su altri ancora.
Incombe ognora la sottile paura di un’aria resa irrespirabile, anzi pericolosa per l’inquinamento pluridecennale dell’Eternit e problematizzata dalle ricorrenti sofferenze fisiche e morali che la nobile lotta contro il tumore non riesce a lenire.
È come un simbolo, questo, dei molti altri mali di cui la città dell’uomo oggi soffre: l’inquinamento delle coscienze e l’ obnubilamento delle scelte morali.
Ogni settimana sono uccisi esseri umani nel grembo delle loro infelici madri e il veleno di una cultura permissiva e omicida penetra nei cuori e nella mentalità dominante: al flagello dell’aborto si sta aggiungendo ora quello della procreazione, cosidetta assistita, ma che per la verità, è innaturale e drammaticamente occisiva».
Il suo messaggio coraggioso lo ha portato anche in Assemblea dei Vescovi. Non sempre i suoi messaggi sono stati ascoltati, ma lui non si è mai scoraggiato.
Il nostro rammarico è di non aver quasi mai registrato le sue omelia, ad esempio in occasione delle fiaccolate al santuario di Crea nella Festa dell’Annunciazione, quando il nostro amato Padre non mancava mai di sottolineare l’importanza di quella festa, da vivere soprattutto come festa dell’Incarnazione: l’inizio della storia della Salvezza, in perfetta sintonia con il Cardinale Joseph Ratzinger, nostro carissimo Papa Benedetto XVI, che in una omelia pronunciata nel Duomo di Freising il 7 giugno 1981, parlando dell’Incarnazione, affermava: “Era proprio questo l’evento della Pentecoste nella storia universale, quando Maria disse: ‘Ecco, si faccia di me come hai detto tu’ (Lc 1,38). Nella storia l’opera più grande dello Spirito Santo è l’Incarnazione del Figlio di Dio. Il giorno della Pentecoste non poteva portare qualcosa di più grande”.

Ci è giunto un meraviglioso messaggio da parte del card. Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna:
“Carissimi amici del Movimento per la Vita e del Centro di Aiuto alla Vita di Casale, sono rimasto anch’io profondamente turbato per l’improvvisa dipartita dal questo mondo del vostro grande padre e Vescovo.
Sono sicuro che il Signore accoglierà nella sua gioia il servo fedele ed il coraggioso apostolo.
La sua testimonianza per la difesa della vita già concepita e non ancora nata resterà un punto di riferimento costante.
Vi benedico di cuore.” + Carlo Card. Caffarra

Giuseppe Garrone
Movimento per la Vita

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