Ultimamente in questi giorni (Natale 2006)

È sempre affascinante l’incipit della Lettera agli Ebrei che la liturgia ci fa leggere il giorno di Natale.
“Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in molti modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio”.
Il Figlio, dunque, come l’ultima e definitiva Parola.
La Parola, infatti- Il Verbo- era presso Dio- in principio- e il Verbo era Dio.
La Parola era in principio presso Dio.
E la Parola- il Verbo- si è fatto Carne.
Carne di un uomo, nel grembo di una vergine.
Carne, perché ogni carne di uomo trovasse salvezza.
La carne dell’Unguento del Padre, pieno di grazia e di verità.
Quella carne- del Bambino di Betlemme – della cui pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Questo il grande Mistero del Natale. Quando ce ne ha parlato l’evangelista Luca, ed è stato solo questa notte, ha inserito l’avvenimento dentro le coordinate della storia, della nostra storia.
“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che i facesse il censimento di tutte le terre...”.
Il nome dell’Imperatore di Roma e il suo tempo fanno così da sfondo all’evento di Betlemme sepolto- in apparenza- in un angolo oscuro della civiltà romana, dominata dal mondo di allora.
Ma Cesare Augusto è passato, con il suo impero e l’orgoglio del potere di Roma.
Ma il bambino di Betlemme ancora ci parla: ultimamente, in questi giorni.
L’autore della Lettera agli Ebrei non ha dubbi: egli è la Parola, ultima e definitiva, che- entrata nella storia dei tempi del censimento di Cesare Augusto, rimane per sempre.
In questi giorni, tutta la terra ha venduto la salvezza del Signore.
L’abbiamo ripetuto con il salmo 97, che profeticamente cantava:
Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
Tutti i confini della Terra (ben oltre dunque l’impero di Cesare Augusto) hanno veduto la sua salvezza”.
In effetti il Natale di Gesù, si colloca dentro le coordinate del tempo e dello spazio, ma le trascende.
Il tempo che scorreva al tempo dei profeti- quando multifacie, multisque modis Dio parlava, si è come inchiodato in quella notte quando ai pastori è stato detto: “Oggi è nato per voi un Salvatore che è il Cristo Signore...”.
Oggi, cioè come dice la lettera agli Ebrei “Ultimamente, in questi giorni....
Il tempo, dunque è segnato dall’evento natalizio.
Ma anche lo spazio, poiché avvenuto al tempo del censimento di tutta la terra, esso è stato veduto da tutti i confini della terra.
Evento universale, tanto che oggi resta per noi la parola fatta carne.
È questa dimensione trascendente del Natale che ce lo rende contemporaneo: contemporaneo di tutti i tempi, anche del nostro; compresente a tutte le beatitudini, ai confini del mondo.
Attualità del Natale.
E non solo perché esso si celebra dappertutto e da duemila anni.
Soprattutto per la sua forza instrinseca, per il mistero di grazia che contiene, per il valore immutabile del suo messaggio.
Ce ne aveva lasciato intendere qualche barlume l’esultanza del profeta Isaia(.....)
In effetti è questa la grande attualità del Natale: la certezza, fatta Bambino, la parola fatta carne.
Sì, Dio ci ha salvati.
Ultimamente, in questi giorni.
E che anche questi giorni abbiano bisogno di salvezza e di speranza, è sotto gli occhi di tutti.
L’umanità è travagliata come sempre-forse- ma ora il suo travaglio è sotto gli occhi di tutti: ogni giorno la grandiosa comunicazione globale dei “media” ci illustra un’umanità sofferente, tragica, drammatica: le guerre fratricide, mai sopite, pronte ad esplodere in ogni quadrante della terra; le radicate ingiustizie della fame,della miseria, del sottosviluppo; l’assurdità di un mondo di esagerato benessere fino alla sazietà in presenza di un altro mondo mancante di tutto.
Ma ancora di più: proprio là dove- come nella nostra Europa, più alto è il tasso della civiltà e della cultura, sembra oscurarsi sempre di più con il senso religioso anche l’ordine morale condiviso: siamo in una decadenza etica, proprio dove più vuole affermarsi la civiltà del libero pensiero.
Si sopprimono esseri umani nel grembo delle madri; si attenta alla vita umana per falsa pietà; si intacca il senso comune sbriciolando la famiglia, ci si accanisce a voler produrre la vita in laboratorio.
E con tutto ciò si crede di affermare la dignità e la libertà dell’uomo, proprio mentre la si calpesta.
Ultimamente, in questi giorni.
Nell’”ultimamente”, in questi giorni Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio”.
Un giorno santo e spuntato per noi- abbiamo proclamato tra i due alleluia- Oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
Il verbo- la Parola- si è fatta carne.
E ogni carne vedrà la salvezza.

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