Pasqua: l'acqua e la luce (Sabato Santo 2007)

Avete visto tutti che la solenne liturgia di questa notte è partita dal nostro nuovo Battistero.
E lì torneremo per attingere l’acqua benedetta con cui siamo aspersi oggi e domani nella memoria del nostro Battesimo che è stato, in verità, la nostra Pasqua.
Nell’atrio solenne abbiamo acceso la luce- luce di Cristo- simboleggiata dal cero, a proposito del quale, abbiamo cantato:
“Ti preghiamo, Signore che questo cero, offerto in onore del tuo nome, per illuminare l’oscurità di questa notte, risplenda di una luce che mai si spegne. Lo trovi acceso la stella del mattino, quella stella che non conosce tramonto, Cristo, tuo Figlio che risuscitato dai morti fa risplendere sugli uomini la sua luce serena”.
Ma nello stesso atrio torneremo a cantare le lodi dell’acqua “segno del battesimo”.
Dell’acqua ci hanno parlato in vario modo le letture di questa santa Veglia.
Nella creazione lo Spirito si librava sulle acque. E nel diluvio le acque sommergevano tutto, ma non la famiglia di Noè- otto in tutto. – che veniva salvata nell’arca che galleggiava sulle acque.
E poi ancora: le acque che lasciano passare gli Ebrei in fuga dall’Egitto, ma sono tomba di morte per gli egiziani oppressori.
E dell’acqua ci ha parlato il profeta Isaia, proclamando: “O voi tutti assetati, venite all’acqua” e inoltre paragonando alla pioggia che rende feconda la terra la parola del Signore.
Anche Ezechiele, l’altro grande profeta di questa notte ci ha parlato dell’acqua: “Vi aspergerò con acqua pura”.
Il nostro atrio, dunque, è protagonista in questa notte, prima che torni al centro della nostra attenzione, l’altare che è Cristo Risorto su cui torneremo a immolare la Pasqua.
E il nostro Atrio, non per caso, nè per un capriccio di artista, è tutto inondato di acqua e di luce.
L’acqua che quasi lo sembra invadere sgorgando dalla vasca battesimale tutta simbolicamente protesa al messaggio dell’acqua sorgiva.
E la luce che si erge come fiamma dorata a guidare il cammino della nuova creatura verso il Mistero che la incorpora in Cristo e, per Cristo, al Padre nello Spirito.
Acqua e luce sono i simboli del battesimo, di cui questa notte è come intrisa.
Rinnoveremo infatti, proprio attorno alla vasca battesimale i nostri impegni, le promesse del Battesimo di cui in questa notte ci ha parlato l’apostolo Paolo: “Non sapete, fratelli, che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo delle acque del Battesimo siamo stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu resuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova”.
Ed eccoci al punto nodale di questa santa liturgia: la Risurrezione di Gesù.
Sepolti nell’acqua battesimale, noi diventiamo nuova creatura grazie alla luce radiosa della resurrezione di Cristo che abbiamo proclamato nel Vangelo di Luca .
Le vesti sfolgoranti dei primi annunciatori della Pasqua sono il primo annuncio della gioia pasquale: la luce e il fulgore.
Di qui il nostro alleluia, solenne e insistito.
Di qui lo scampanio festoso del giorno che si annuncia.
Di qui l’esultanza piena di un popolo: il popolo dei redenti nella morte e Risurrezione del Signore.
Per questo, fra poco, invocando con solennità tutti i Santi, nostri fratelli nel gaudio e nella gloria, torneremo al fonte dell’acqua viva, come la cerva che anela alla sorgente.
Torneremo per attingere l’acqua nuova e zampillante che, come nella visione dell’antico profeta Ezechiele, sgorga dal lato destro del tempio, come dal fianco squarciato di Cristo.
E dovunque quest’acqua scorrerà, lungo i sentieri della vita umana e della città dell’uomo, porterà salute, salvezza e speranza.
Vidi aquam egredientem de templo, a latere dextro.
Così canteremo domani nell’antifona liturgica della Pasqua di Risurrezione.
C’è un simbolo tutto per noi. Dal lato destro di Cristo e dal lato destro di questo tempio secolare, sgorgano le acque risanatrici per la città e per il mondo. Sì, Cristo Gesù è la nostra Pasqua, la nostra speranza!

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