Pasqua di Pace?

Sarà una Pasqua di pace? Me lo domando in questi giorni dopo la bufera mediatica a cui le nostre orecchie sono state sottoposte.
Alludo ovviamente alla campagna elettorale.
Ora che vinti e vincitori tacciano almeno nelle feste pasquali.
Non che la vita politica non ci interessi. Tutt’altro.
Ma non ci interessa orami più questo chiacchiericcio (e almeno fosse solo tale!) tra comari che si gettano in faccia i panni sporchi in un assordante scontro dove, talora, perfino il buon gusto e la buona educazione sfigurano.
Adesso, per favore, basta!
Adesso dateci un po’ di tregua: la tregua pasquale.
Abbiamo bisogno di un po’ di silenzio.
Abbiamo bisogno di rientrare in noi stessi.
Abbiamo bisogno di pace.
La Pasqua viene a proposito.
Una volta (lo chiamavano “regime di cristianità”) almeno al Venerdì Santo si sospendevano nei teatri e nei cinema gli spettacoli e anche a Radio e Televisione i programmi si facevano più seri e castigati.
Non osiamo sperare tanto.
Ma almeno un po’ di pace, sì.
Non una pace falsa e farisaica, beninteso.
Sappiamo tutti che l’umanità è ogni giorno più sul baratro di una conflagrazione mondiale fra terrorismo e scontri razziali, tra prepotenze militari e sommosse urbane, tra violenza gratuita (perfino in famiglia e in casa) e guerre guerreggiate.
La pace dunque resta una speranza, per non dire un’utopia.
Ma la nostra speranza è Gesù Risorto, “speranza del mondo” come dice lo slogan del Convegno di Verona, in autunno.
A questa speranza ci aggrappiamo in questa Pasqua.
Gli ambiti dell’affettività e delle fragilità umane, di pace pasquale hanno bisogno ogni giorno: e noi la speriamo come dono del Risorto che va ripetendo agli apostoli smarriti: “Pace a voi”.
Così altri ambiti: quello del lavoro e della festa, quello della consegna di valori alle nuove generazioni, quello della cittadinanza.
Sono tutti ambiti bisognosi di pace, perché i conflitti sociali, politici e culturali sono sempre in agguato.
Questa dunque è la speranza che auguriamo alla nostra patria e al mondo.
La speranza di una pace vera, non fittizia.
Di questa speranza noi dobbiamo essere testimoni: e di ciò c’è urgenza, tra noi. Lo capiamo tutti e tutti, sostanzialmente, lo auspichiamo.
L’augurio pasquale è dunque ancora una volta questo: “Pace a voi” È l’augurio del Risorto.
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+ Germano
Vescovo

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