Il Vangelo della Pace (Capodanno 2006)

Nel suo messaggio per la giornata della pace, Benedetto XVI scrive : “la Chiesa, fedele alla missione ricevuta dal suo fondatore, non si stanca di proclamare dappertutto il “Vangelo della pace”.
Ed è proprio questo il tema che voglio sviluppare in questa omelia di capodanno, mentre con tutta la Chiesa celebriamo questa “giornata mondiale della pace”.
Il Papa apre il suo messaggio ricordando i “grandi pontefici” (come egli li chiama) Paolo Vi e Giovanni Paolo II “illuminati operatori di pace” . Nella scia del loro “nobilissimo insegnamento” anche lui intende collocarsi.
“Il nome stesso – scrive- che ho scelto il giorno dell’elezione alla cattedra di Pietro, sta ad indicare il mio convinto impegno in favore della pace”.
Ho inteso, infatti,, - continua- riferirmi sia al santo patrono d’Europa, ispiratore di una civilizzazione pacificatrice nell’intero continente, sia al Papa Benedetto XV che condannò la prima guerra Mondiale come “inutile strage” e si adoperò perché da tutti venissero riconosciute le supreme ragioni della pace”.
Il tema scelto dal Papa per questa giornata è lineare: “Nella verità, la pace” ..
L’espressione il Papa la rintraccia in questo 40° anniversario del Concilio, in un passo della “Gaudium et Spes” che afferma come l’umanità non riuscirà a “ costruire un mondo più umano per tutti gli uomini su tutta la terra, se gli uomini non si volgeranno con animo rinnovato alla verità della pace”.
L’espressione conciliare è incisiva e il Papa la utilizza per il suo messaggio in tutta la sua ampiezza.
“la Chiesa- afferma sul finire del suo messaggio, quasi per affidarcene una efficace sintesi- la chiesa ricorda a tutti che, per essere autentica e duratura, la pace deve essere costruita sulla roccia della verità di Dio e della verità dell’uomo.
Solo questa verità può sensibilizzare gli animi alla giustizia, aprirli all’amore e alla solidarietà, incoraggiare tutti ad operare per un’umanità libera e solidale. Sì, solo sulla verità di Dio e dell’uomo poggiano le fondamenta di un’autentica pace.
“La verità di Dio e dell’uomo”, ecco un’efficace espressione di cui il Papa si serve per qualificare il nostro impegno per la pace.
Cerchiamo anche noi nella Parola di Dio che abbiamo ascoltato questo “Vangelo della pace” radicato sulla “verità della pace”.
La pace, infatti, deve essere vera. Ed è vera solo se si radica sulla giustizia e sul diirtto, sull’amore e sul perdono.
Già in Isaia abbiamo trovato fondamento a questa prospettiva.
“Effetto della giustizia sarà la pace” (Is 32,...).
Ed aggiunge come una promessa:
“Il mio popolo abiterà una dimora di pace”. (Is 12, )
E gli fa eco nella liturgia di oggi, la lettera di Giacomo:
“Un frutto di giustizia viene seminato nella pace, per coloro che fanno opera di pace” (Gc 3,18).
Ma è soprattutto il bel testo del Vangelo di Matteo che ci offre un solido fondamento di verità.
Di fronte alla cultura dominante basata su traballanti verità umane (“occhio per occhio” , “dente per dente” o ancora “odierai il tuo nemico”) la verità del Vangelo della Pace è trasparente.
“Ma io vi dico!”.
E Gesù, dice, appunto una verità opposta alle deludenti verità carnali.
“Ma io vi dico: amate i vostri nemici.... (Mt 5,...).
La verità evangelica è radicalmente nuova ed è in grado di dare alla pace un fondamento indistruttibile.
Questa è la verità della pace, unico fondamento della “pace vera”.
“La verità della pace- scrive il Papa- chiama tutti a coltivare relazioni feconde e sincere, stimola a ricercare ed a percorrere le strade del perdono e della riconciliazione, ad essere trasparenti sulle trattative e fedeli alla parola data”. (n.6).
Il Papa applica questi principi soprattutto in tre gravi situazioni che l’attualità del mondo rende evidenti: la tragica situazione della guerra (come egli la chiama), il terrorismo e l’aumento preoccupante delle spese militari, insieme con il commercio delle armi.
Circa la guerra, il Papa segnala che essa persiste purtroppo in molte parti del mondo, anche se non manca di dar valore a qualche segnale positivo citando come esempi “passi assai timidi sul sentiero della pace” nella terra di Gesù e in talune regioni dell’Africa e dell’Asia.
“Segnali consolanti – dice il messaggio- che non devono però indurre ad un ingenuo ottimismo. Non si può infatti dimenticare- ricorda il Papa- che, purtroppo, proseguono ancora sanguinosi conflitti fratricidi e guerre devastanti che seminano in vaste zone della terra lacrime e morte”.
La verità della pace poi continua ad “essere compromessa e negata, in modo drammatico, dal terrorismo”.
E su questa drammatica affermazione il Papa si sofferma con particolare forza e convinzione, citando anche testi decisivi di Giovanni Paolo II.
Nell’analizzare questo fenomeno, il Papa fa notare che le sue radici si trovano in due culture tra esse divergenti: da una parte il nichilismo e dall’altra il fondamentalismo fanatico.
Ambedue sono atteggiamenti che negano la verità di Dio e la verità dell’uomo perché “si rapportano in modo errato alla verità: i nichilisti infatti negano l’esistenza di qualsiasi verità e i fondamentalisti accampano le pretese di poterla imporre con la forza”.
Una terza situazione mondiale è presa in considerazione dal messaggio: corsa agli armamenti e prospero mercato delle armi.
“Quale avvenire di pace- scrive il Papa – sarà mai possibile se si continua ad investire nella produzione di armi?”
Se avvenisse una decisiva svolta per il disarmo, i primi a trarne vantaggio sarebbero proprio i paesi poveri “che reclamano giustamente – dice il testo- dopo tante promesse, l0’attuazione concreta del diritto allo sviluppo”.
Questo, in grande sintesi, il messaggio di Benedetto XVI per questa “Giornata mondiale della pace”. Un messaggio, come si vede, in grande sintonia con la parola di Dio che abbiamo ascoltato.
Ascoltando il Vangelo, conclude il pontefice- impariamo a fondare la pace sulla verità di una esistenza quotidiana ispirata al comandamento dell’amore”
Un Vangelo che ci impegna ad una “intensa e capillare opera di educazione di testimonianza che faccia crescere in ciascuno la consapevolezza dell’urgenza di scoprire sempre più a fondo la verità della pace”.
Sono ancora le ultime parole del messaggio di Benedetto XVI.
Lo vogliamo fare nostro nella preghiera e nella convinzione.
Vogliamo che questo messaggio ispiri l’anno nuovo che oggi ha inizio nel segno della verità e della pace.

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