O Memoriale Mortis Domini (Sabato Santo 2005)

Tutta questa Veglia Pasquale che stiamo celebrando è un itinerario spirituale verso l’Eucaristia.
L’Eucaristia, infatti, è come il culmine di questo nostro cammino iniziato alla luce del fuoco guizzante nel grande Nartece e proseguito alla luce nuova del Cero Pasquale sul quale, apponendo i segni dei grani d’incenso, ho pronunciato queste parole: “Per mezzo delle sue sante piaghe- gloriose- ci protegga e ci custodisca Cristo Signore”.
Le sue sante pieghe gloriose, che il Cristo ostende nell’apparizione pasquale, sono oggi velate dai veli del pane eucaristico “Memoriale Mortis Domini”: memoriale della morte del Signore.
Anche le ricche e luminose letture bibliche ci hanno accompagnato in questo cammino verso l’Eucaristia, cammino segnato dalle grandi tappe del Battesimo e della Cresima, sacramenti dell’iniziazione cristiana che in questa santa Veglia sono stati evocati .
Dopo il meraviglioso racconto della creazione, considerata nella sua bellezza intatta prima del peccato, abbiamo a più riprese percepito, come centrale, il segno dell’acqua apportatrice di salvezza:
o L’acqua del mar Rosso che salva il popolo e sommerge gli egiziani.
o L’acqua alle cui sorgenti ci ha invitato il profeta Isaia (Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza).
o L’acqua pura con cui Ezechiele prometteva aspersione e purificazione per un popolo nuovo, per un cuore nuovo, “di carne e non di pietra”.
o L’acqua del battesimo in cui, come Cristo, siamo stati sepolti secondo la bella immagine dell’apostolo Paolo.
C’è stata dunque offerta un’ampia catechesi proprio sul cammino battesimale che fra poco, tornando nello splendore del nostro nartece, rievocheremo con l’invocazione dello Spirito sulle nuove acque pasquali.
Ma questa simbologia della luce e dell’acqua, così chiaramente riferibile al battesimo, altro non è che la via aperta, il sentiero tracciato verso la meta del cammino cristiano:la santa Eucaristia che ci attende.
Nella pagina del libro antico in cui Abramo s’accingeva ad immolare il Figlio sul monte era prefigurato il sacrificio di Gesù - Figlio del Padre- sul monte Calvario.
E proprio questo sacrificio pasquale è il mistero sul quale, come ci ricordava l’apostolo Paolo, noi siamo stati salvati.
“Non sapete, fratelli, che quanti siamo stati battezzati in Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte?”.
La riflessione di Paolo è forte e intensa: veramente pasquale.
Mentre utilizza l’immagine dell’acqua in cui “siamo sepolti” rievoca quella morte e risurrezione per cui siamo diventati “nuova creatura”.
Ebbene, è proprio nell’Eucaristia, memoriale della morte del Signore, che si compie pienamente il nostro mistero, così che “possiamo camminare in una vita nuova” .
La vita che ci viene donata nel Pane di vita: corpo del Signore “offerto in sacrificio per noi” e sangue del Signore “sparso per noi e per tutti”.
Così il “memoriale mortis Domini” diventa il memoriale della sua Pasqua di morte e risurrezione.
La pienezza della Pasqua è nell’Eucaristia.
Ci ha scritto il Papa nella sua recente Lettera Apostolica “Mane Nobiscum Domine” con cui promulgava l’Anno Eucaristico che stiamo vivendo:
“La «frazione del pane» — come agli inizi veniva chiamata l'Eucaristia — è da sempre al centro della vita della Chiesa. Per mezzo di essa Cristo rende presente, nello scorrere del tempo, il suo mistero di morte e di risurrezione. In essa Egli in persona è ricevuto quale «pane vivo disceso dal cielo» (Gv 6,51), e con Lui ci è dato il pegno della vita eterna, grazie al quale si pregusta l'eterno convito della Gerusalemme celeste”.
Ebbene proprio questo significa l’affermazione che illumina oggi la nostra veglia: la pienezza della nostra Pasqua è l’Eucaristia, proprio perché l’ Eucaristia è il “memoriale” della Pasqua del Signore (Memoriale mortis Dominis).
C’è insomma un legame indissolubile fra la Pasqua e l’Eucaristia, specialmente se poniamo attenzione a quella accurata finezza liturgica che attribuisce alla Messa di ogni domenica il significato di una “Pasqua settimanale”.
Sappiamo tutti, infatti, che la Pasqua si celebra ogni anno, a memoria della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, avvenuta in una festa di Pasqua ebraica.
Ma proprio durante il banchetto pasquale, Gesù ha voluto istituire l’Eucaristia come memoriale perenne della sua morte. Aggiungendo anche che i suoi discepoli lo ripetessero in sua memoria, tanto che l’apostolo Paolo, scrivendo ai fedeli di Corinto, dice: “Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.....”
Ecco perché l’Eucaristia è il memoriale della Pasqua. Ecco perché ogni volta che si celebra l’Eucaristia è Pasqua.
La Pasqua settimanale nel giorno del Signore è perciò il nostro impegno a fare memoria di lui. È la sigla del nostro essere discepoli e la caratteristica del nostro essere comunità, popolo del Signore.
Lasciatemi spendere una parola in questa santa notte, per raccomandare a tutti la fedeltà alla Messa Domenicale.
Eucaristia e giorno del Signore sono due realtà inscindibili e formano la perenne attualità della Pasqua.
È l’anno eucaristico. È la Pasqua dell’Anno Eucaristico.
Facciamo tutti insieme questa notte un buon proposito: riproponiamo a noi stessi, alle nostre famiglie, nella cerchia del nostro ambiente l’importanza determinante per la nostra vita di fede della Messa Domenicale.
“Memoriale della Pasqua”
Vi cito ancora una chiara parola del Papa:
“Auspico che in questo anno si ponga un impegno speciale nel riscoprire e vivere pienamente la Domenica come giorno del Signore e giorno della Chiesa. Sarei felice se si rimeditasse quanto ebbi a scrivere nella Lettera apostolica
Dies Domini. «È proprio nella Messa domenicale, infatti, che i cristiani rivivono in modo particolarmente intenso l'esperienza fatta dagli Apostoli la sera di Pasqua, quando il Risorto si manifestò ad essi riuniti insieme (cfr Gv 20,19). In quel piccolo nucleo di discepoli, primizia della Chiesa, era in qualche modo presente il Popolo di Dio di tutti i tempi».
Spero che questo appello del Papa e del vostro Vescovo faccia breccia in tutti i vostri cuori. Possiamo anche questa notte lasciarci ispirare da un’antifona che, come pietra di raro splendore, brilla nello scrigno della liturgia.
O sacrum Convivium
O sacro banchetto
In quo Christus sumitur
In cui di Cristo ci nutriamo
Recolitur memoria Passionis Eius.
Viene fatta memoria della sua Passione
(Oh! Memoriale Mortis Domini)
mens impletur gratia
l’anima è ricolma di grazia e di vita nuova
et futurae gloriae nobis pignus datur.
mentre ci viene dato il pegno della gloria futura. Amen

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