NEL SEGNO DELLA MADONNA

Carissimi amici e fratelli
Della diocesi di Casale,
quando sentirete pronunciare il mio nome e cognome, suppongo che a non pochi di voi torni alla memoria la bella pagina evangelica di Luca (19, 1 ss) in cui si parla, in forma anche originale, di un certo Zaccheo.
E poiché lo stesso mio nome di battesimo, Germano, non è molto consueto, anche su questo non mancherà di fermarsi la vostra attenzione.
Vengo a voi, con semplicità, così come sono, con il nome che esprime profonda, addirittura consanguinea, fraternità e con il mio un po’ strano cognome che aiuta a fare memoria di un gesto squisito di Gesù.
Voglio, dunque, presentarmi a voi partendo da queste coordinate della mia vita personale. Sento già da adesso di dover vivere tra voi con l’animo del fratello, imparentato con voi tutti in forza del Battesimo e della vocazione cristiana che ci fa tutti fratelli nel Cristo e figli dello stesso Padre, in forza dello Spirito Santo che ci è stato donato.
E se l’ordinazione episcopale mi farà Padre e Pastore, non per questo verrà a mancare quella basilare fraternità che fece pur dire all’antico Vescovo Agostino: “se per voi sono Vescovo, con voi sono cristiano”.
Con voi, dunque.
Come fratello che già sente di appartenere alla comune famiglia casalese, insieme con il Vescovo che per tanti anni vi è stato pastore e padre. Mons. Carlo Cavalla, al quale mi rivolgono fin d’ora, con affetto filiale e fraterno, certo della sua preziosa amicizia ed esperienza pastorale. E insieme con tutti i vostri preti, confratelli carissimi nel ministero presbiterale ai quali, in modo speciale, invio un saluto reverente e affettuoso.
Ma parchè vengo a voi, fratello tra fratelli: Germano, appunto?
Vengo con animo missionario, cioè per servire “con voi e per voi” quel Regno di Dio che Luca chiama la salvezza. La salvezza oggi.
Per ogni uomo, anche per un qualunque pubblicano e peccatore come Zaccheo. Andando nella sua casa, dopo le vicende un po’ comiche dell’albero su cui quell’uomo si era arrampicato “per vedere” Gesù, il Signore ne accoglie l’ospitalità e la conversione, coraggiosa e generosa, commentando: “Oggi, per questa casa si è compiuta la salvezza”.
Oggi – per questa casa.
Oggi, è stato per me il 13 maggio scorso quando ho detto un si sofferto e mi echeggiava nella memoria l’eco di Fatima e l’immagine dolce di Maria, donna obbediente e fedele.
Oggi, è stato per voi e per me questa Vigilia di Pentecoste, in cui il mio nome e cognome è risuonato ufficialmente e pubblicamente come quello del vostro nuovo Vescovo.
Oggi, sarà ogni giorno: l’oggi in cui si incarna il mistero di Dio che viene a salvare l’uomo.
Per questo sceglierà come motto episcopale un esplicito, quasi testuale, riferimento alla vicenda evangelica di Gesù a casa di Zaccheo.
“Hodie salus facta est”.
E’ un latino facile: “Oggi la salvezza si è compiuta”.
Anzi, forse si potrebbe tradurre nel presente: “La salvezza si compie oggi”.
E se al posto di salvezza poniamo il Regno di Dio si compie oggi. Ogni giorno. Nella casa e nella vita di ogni uomo.
Il nostro impegno di credenti è quello di metterci al servizio di questo Regno che porta salvezza oggi, in ogni famiglia come in ogni coscienza e nella società, nella cultura, nel mondo.
Siamo servitori del Regno. Tutti con piena responsabilità.
Un Vescovo davanti a tutti e prima di tutti.
Perciò, vengo a voi come fratello, per servire, con umiltà, il mistero del Regno di Dio che è come seme sparso nel campo d’ogni libera coscienza e come fermento gettato nel cuore del mondo.
Perché il Regno cresca e fiorisca, lavoreremo insieme, con amore, fedeltà, gioia, nella nostra Chiesa di Casale, sotto la protezione di Sant’Evasio e affidati filialmente a Maria che, dal Sacro Monte di Crea, avvolge come in un manto la bella terra del Monferrato.
A presto. Con affetto

† Germano Zaccheo

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