Documento conclusivo di mons. Germano Zaccheo al termine della Seconda Visita Pastorale (12 novembre 2001 – 12 giugno 2005)

Dopo due Visite Pastorali, realizzate con puntuale e capillare presenza, è bene fare un punto, anche per meglio programmare la terza Visita a partire da Sant’Evasio 2005, in coincidenza, come per le altre, con la revisione quinquennale dell’organigramma.

I tempi
Le due visite si sono svolte con un calendario preciso e osservato:
la prima dal 12 novembre 1996 (dopo l’anno “sabbatico” in cui il Vescovo ha atteso di conoscere la situazione dopo il suo ingresso in Diocesi nel settembre 1995) al 12 dicembre 1999, alla vigilia cioè dell’Anno Giubilare in cui per ovvie ragioni, la Visita è stata sospesa.
La seconda è perciò ripresa il 12 novembre 2001 per concludersi il 12 giugno 2005.
Lo svolgimento temporale ha sempre tenuto conto di due periodi: (autunnale e primaverile) per ciascun anno: in ognuno dei periodi si è sviluppata la Visita in uno o anche due vicariati, riuscendo così a concentrare le attività in periodi ben definiti.
La formula dal punto di vista temporale si è sempre dimostrata utile e perciò può essere ripresa anche per la III visita ormai imminente: si aprirà infatti il 12 novembre 2005 e tra inverno 2005 e primavera 2006 riguarderà la città di Casale e, nella tarda primavera, anche il vicariato di Oltrepo’.

I temi
Il Vescovo ha voluto attribuire a ciascuna delle due Visite un tema particolare, per altro in stretta connessione fra loro.
Il tema della I Visita Pastorale era “l’appartenenza” ecclesiale (soprattutto attraverso la parrocchia) mentre nella II visita, pur non abbandonando completamente il precedente, è stato sviluppato il tema della “missionarietà” della parrocchia.
Il tema è stato costantemente sviluppato dal Vescovo, con frequente ripetitività, sia nelle omelie che nelle assemblee pastorali: le prime si sono svolte in tutte le parrocchie (e spesso anche in Chiese sussidiarie ed ex parrocchie accorpate). Per le parrocchie più minute spesso l’assemblea è stata ridotta a qualche incontro prima o dopo l’Eucaristia Domenicale.

La struttura
La Visita Pastorale, sia la prima che la seconda, si è svolta con una struttura analoga per tutte le parrocchie e i vicariati, ma con l’impegno di una certa elasticità, obbedendo alle caratteristiche delle diverse parrocchie e dei vari vicariati.
In linea di massima, in ogni caso, si è curato un incontro (generalmente preliminare) con il parroco e questo soprattutto nella I Visita, per l’ovvia ragione della necessaria conoscenza personale.
In ogni visita si è poi curata l’assemblea liturgica domenicale, affiancata, dove possibile, da una Visita (su invito) all’amministrazione civile e da un’assemblea pastorale.
In molte parrocchie, su proposta del parroco, si sono poi svolti vari incontri: nelle scuole, negli oratori, in alcune aziende, presso alcune famiglie di ammalati.
A livello vicariale, la Visita si è sempre aperta e conclusa con un Vespro solenne e con una ampia omelia del Vescovo sul tema della Visita.

Il confronto
Se un confronto è possibile fare fra la prima e la seconda visita, esso può essere focalizzato attorno a tre temi:
circa il presbiterio, si è facilmente riscontrata la progressiva diminuzione numerica e, ovviamente, anche le maggiori difficoltà a causa della salute malferma e dell’età avanzata.
Basterà pensare che nel decennio che comprende le due visite le parrocchie senza parroco residente sono giunte a lambire la metà (ben 53) delle parrocchie esistenti.
Circa il laicato, soprattutto quello più impegnato nel Consiglio Pastorale o in altre forme di partecipazione, il Vescovo ha avuto la sensazione di un certo ripiegamento: quanto meno non ha potuto constatare uno sviluppo nè nella formazione, né nella partecipazione.
Circa le strutture, fra la prima e la seconda non si è verificato quel maggiore “controllo” che si era auspicato.
Circa le strutture più propriamente pastorali (es: Consigli Pastorali e Consigli Affari Economici) si è resa evidente la loro difficoltà a funzionare (specie nelle parrocchie più piccole).
Circa le strutture di servizio (chiese, case parrocchiali, oratori, asili, ecc.) non si è ancora riusciti a redigere una “mappa” sufficientemente precisa e soprattutto mirata ad individuare un futuro.
Sarà un compito questo da completare nella prossima visita.

Le impressioni
A questo punto si possono raccogliere alcune impressioni che il Vescovo ha espresso ai Consigli Presbiterale e Pastorale riuniti insieme nel giugno 2005.
Si tratta ovviamente di pure impressioni, che il Vescovo ha inteso esprimere, senza per altro documentarle con giudizi definitivi e tanto meno pessimistici.
Esse sono raccoglibili sotto una duplice categoria: quella del minor “slancio partecipativo” e quella di una certa “omologazione pastorale”.
Il Vescovo ha ritenuto di riconoscere in molte comunità parrocchiali e in certi vicariati un decrescente slancio partecipativo.
Ad esempio, mentre in diversi vicariati erano presenti delle Commissioni pastorali che nella prima visita erano vivaci protagoniste, in questa seconda, quasi ovunque esse non si sono espresse e, forse, non hanno neppure più continuato il loro lavoro pastorale.
Così anche per quanto concerne il funzionamento dei Consigli Pastorali in cui la presenza laicale è spesso poco più che formale. Ancora si intravede una grave insufficienza partecipativa alle aggregazioni laicali, specialmente l’Azione Cattolica che in molte parrocchie è addirittura assente.
Quanto alla “omologazione pastorale” il Vescovo ha preso atto di una specie di costante nell’attività pastorale di un po’ tutte le parrocchie, dove all’impianto di catechesi per l’iniziazione cristiana non corrisponde poi un po’ di continuità dopo la Cresima, nel tempo difficile dell’adolescenza. Analogamente nella vita liturgica si riscontra un po’ ovunque un’assuefazione pragmatica che spesso non lascia trasparire la forza della riforma liturgica conciliare. La difficoltà delle pastorali specifiche (giovanile, familiare) è pressoché generalizzata. Soprattutto è evidente in quasi tutte le parrocchie la carenza della catechesi degli adulti e l’impasse di fronte alle problematiche sociali e politiche (lavoro, sanità, rispetto del creato ecc.).
Si ha l’impressione generalizzata di una pastorale parrocchiale che si limita al culto e all’iniziazione cristiana, con tutte le sue difficoltà.
In città poi è evidente la scarsa preparazione delle parrocchie ad assumersi pastoralmente le problematiche propriamente cittadine e civili: non c’è insieme una vera e propria pastorale della città, così come fa fatica a crescere, un po’ ovunque, una pastorale del territorio.

Le prospettive
Per il futuro nasce un primo preliminare progetto: dare un nuovo volto alla III Visita Pastorale.
Dopo l’ampia consultazione dei Consigli Presbiterale e Pastorale nel giugno 2005, nasce la prospettiva di una Visita che non si limiti a ricopiare in fotocopia le visite precedenti.
Di esse vanno sostanzialmente conservate le conclusioni che, nella I visita, sono state fissate non solo nei documenti di comunione d’intenti dei singoli vicariati, ma anche - e soprattutto - nel Documento conclusivo del Vescovo.
Questa seconda Visita lo ha, sostanzialmente confermato, così che anche con questa presa di posizione, essa può essere riconsiderata come una realistica lettura delle situazioni pastorali e una ancora attuale proposta di impegno da continuare.
È questa la fondamentale ragione per cui si è realisticamente pensato ad una “nuova formula” di Visita Pastorale, per evitare ripetizioni e tautologie e soprattutto per aprire qualche nuova prospettiva pastorale.
Nell’Appendice n.1 al programma pastorale 2005-2006, ne viene redatto dettagliatamente il progetto.
Con la conclusione della seconda visita il Vescovo intende segnalare in prospettiva tre temi che in futuro dovranno essere maggiormente tenuti in evidenza:
– Primo, la questione vocazionale.
– Secondo, il miglior funzionamento dei Consigli di partecipazione.
– Terzo, una pastorale organica più operativa fra Diocesi, vicariati e parrocchie.
Seminario e vocazione, è la prima urgenza a cui dare risalto. Certo è primaria l’attenzione per tutte le vocazioni nella Chiesa e per il mondo, con il mettere in evidenza la comune vocazione alla santità, come premessa di ogni pastorale.
Ma poi, con particolare attenzione e urgenza, occorrerà lavorare per le vocazioni di speciale consacrazione, senza le quali una comunità cristiana sarebbe segno di allarmante infertilità.
E infine, ma non per ultima, occorre una specialissima attenzione alle vocazioni al sacerdozio ministeriale e, di conseguenza, al Seminario Diocesano.
Per l’immediato futuro questo deve essere un impegno concreto e prioritario, specialmente nella pastorale dell’età evolutiva, con il quale è connessa anche tutta una trepida e solidale attenzione anche al Seminario come istituzione.
Occorre che ogni parrocchia faccia di più e meglio di quanto pur lodevolmente è stato fatto finora.
Per tutti e ciascuno il Seminario deve essere considerato una priorità diocesana assoluta.
I consigli di partecipazione, sono la seconda linea di impegno per il futuro. L’urgenza di un loro miglior funzionamento e di una loro più ecclesiale qualificazione è balzata evidente dalle due visite pastorali ora concluse.
È necessario crederci e lavorare per conseguire qualche miglior risultato, tenuto conto che tali consigli sono certamente la migliore scuola di formazione per i laici e la palestra per una loro sempre più viva e attiva partecipazione alla vita della parrocchia e della Diocesi.
La pastorale organica è infine il terzo elemento prospettico per il nostro futuro.
È ancora troppo slegata, frammentaria e spesso individualizzata l’azione pastorale nel suo complesso.
Occorre passare da un calendario di iniziative e da un sommario di proposte ad una più sostanziale organicità nell’agire pastorale di tutti.
Una pista di lavoro può essere quella di un più organico rapporto fra Centro Pastorale Diocesano e vita delle parrocchie, grazie anche alla mediazione dei vicariati e dei loro Consigli pastorali.
Per questo il nostro progetto per la III Visita pastorale intende verificare proprio la funzionalità pastorale dei vicariati.

A modo di conclusione
Questo documento, che conclude la II Visita Pastorale, viene a collocarsi nell’orizzonte che si apre verso il IX centenario del Duomo (2007), dal cui simbolismo abbiamo tratto, nella Lettera Pastorale, la prospettiva di fondo che va anche oltre questo Triennio: “La nostra chiesa in mezzo alla città”.
Ribadendo perciò questa linea di responsabile impegno pastorale, poniamo questo simbolico traguardo come sigillo augurale anche a questo documento di sintesi e di prospettiva.

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