Il dolore per l’improvvisa scomparsa del nostro Vescovo, il grande affetto dimostrato da tutta la Diocesi e da migliaia di suoi amici ed estimatori, non solo dal Piemonte ma da tutta Italia, il ripercorrere il suo straordinario servizio episcopale in questi dodici anni, dopo questi quindici giorni veramente intensi di lutto e preghiera, si distende pensando al grande insegnamento di amore a Cristo, a Maria e alla Chiesa che ci ha lasciato e al premio riservatogli in Paradiso. Una gioiosa spiritualità e una vita consumata per l’amore di Dio e dei fratelli. E’ questa la sua grande eredità. Possiamo rivelarlo: Mons. Zaccheo è morto povero, senza un soldo. E quando riceveva qualche offerta, subito era destinata ai poveri che lo aspettavano per strada, lo tormentavano per telefono, lo inseguivano negli spostamenti delle visite pastorali. E’ stato ricco di carità, sempre distaccato dai beni materiali, ma con un profondo senso della bellezza che trovava nella letteratura (era innamorato di Bernanos), nell’arte specialmente per i grandi restauri promossi per la Cattedrale, per la musica, di cui era fine conoscitore. Ringraziamo il Signore per aver avuto il suo insegnamento, il suo affetto, la sua partecipazione a gioie e dolori di tutti.
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(Paolo Busto, "La Vita Casalese" di giovedì 6 dicembre 2007)
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