Grazie don Germano

Domenica sera, al termine della raccolta e partecipata Veglia funebre in Duomo una decina di giovani sacerdoti, da Lui ordinati, ha sollevato la bara posta su un tappeto, per terra, davanti agli scalini del presbiterio. Hanno tolto il grande libro aperto dei Vangeli e spostato il cero pasquale acceso. Poi hanno sollevato il feretro e hanno iniziato il mesto percorso verso la camera ardente, nella Cappella di sant’Evasio. E’ scrosciato improvviso un lungo applauso. Dopo le belle testimonianze ascoltate quella sera, avevamo tutti ben chiaro quanto buono e grande sia stato il nostro Vescovo. Ci accorgiamo spesso della grandezza di chi ti è stato a fianco per tanto tempo, quando non c’è più. E poi il funerale, la straordinaria manifestazione di affetto di fedeli, autorità, sacerdoti e vescovi, venuti per ripetere il “grazie” riconoscente. Riprendo il «tu» con cui ci parlavamo da tanti anni, colleghi giornalisti alla scuola di mons. Cacciami, fino alla tua nomina a Vescovo. Caro don Germano, ci hai amati e ti abbiamo amato. Sei stato un padre buono, leale, gioioso, comprensivo. La tua fede robusta, la devozione a Maria, l’affetto per la tua cara mamma ci sono sempre stati di grande esempio e consolazione. Abbiamo conosciuto la tua prorompente vitalità, il dinamismo, la partecipazione alla vita delle persone, dei gruppi. Abbiamo apprezzato la tua capacità di coinvolgere, di perdonare, di non giudicare mai, di valorizzare anche il poco che ciascuno poteva dare e fare. E con umiltà quante volte ti sei sostituito, tu, il Vescovo a chi non riusciva a fare qualcosa! Lo vedevamo al giornale, che hai sempre sostenuto e amato. La tua facilità di scrivere precorreva le nostre richieste, e facevi tante volte il cronista della miriade di iniziative che avevi suscitato. L’amore alla bellezza si è manifestato nei mirabili restauri del Duomo, nei concerti, nella passione per l’arte. Eri un vulcano di idee e di iniziative e facevamo fatica a tenere il tuo passo. Hai dato impulso ai restauri in tante belle chiese della diocesi, sei entrato nei cuore di tutti. Non sei mai stato capace di dire di no. E allora oltre agli impegni diocesani, c’erano sempre predicazioni, ritiri, e da cinque anni l’impegno nazionale per il “Sovvenire”. Ci dicevamo: “Ma quando riesce a riposare?”. Hai fatto tua la bella frase di Eugène de Saint Exupery nel “Piccolo Principe”: «Se vuoi vedere bene, guarda con il cuore». Hai sempre guardato lontano, sempre con il cuore. Quante miserie hai conosciuto e aiutato. Ti dicevo, qualche volta: «Ma stia attento agli imbroglioni!». E tu con un sorriso disarmante replicavi, che forse erano imbroglioni ma tuttavia avevano bisogno. Ho amato la tua franchezza, la tua amicizia, la tua grande umiltà, il saper soffrire senza far soffrire. Grazie, caro don Germano, hai seminato amore, ci lasci il compito di coltivarlo.

(Paolo Busto, "La Vita Casalese" di giovedì 29/11/2007)

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