L’olio che consacra (Messa Crismale 2007)

Non è per caso, cari ragazzi, che voi siete qui oggi, così numerosi, come sono numerosi i sacerdoti in questo nostro Duomo, consacrato nove secoli fa da un Papa, Pasquale II.
Non è per caso perché voi siete i ragazzi e le ragazze che quest’anno riceverete la cresima e la vostra fronte sarà unta con l’olio consacrato che si chiama “crisma”.
E mentre voi mi avete portato l’olio da consacrare, voi stessi assisterete fra poco, con tutti i presenti ad un gesto simbolico: deporremo sull’altare tre grandi ampolle in cui è stato messo l’olio che voi mi avete generosamente portato dalle vostre parrocchie.
Un’ampolla conterrà l’olio per il battesimo dei catecumeni; l’altra quello per gli infermi.
Ma voglio soffermami sulla terza: in essa io infonderò un balsamo profumato. Un profumo prezioso che ci ha mandato dalla lontana Calabria- dalla Locride in particolare- il vescovo di quella terra (che si chiama Mons. Gian Carlo Bregantini, vescovo di Locri- Gerace).
Forse avete sentito dire che quel Vescovo sta guidando i suoi giovani in una lotta, ferma e coraggiosa, contro tutte le forme di illegalità e prepotenza che purtroppo segnano con una scia di sangue quelle terre.
Mons. Bregantini ci ha mandato un botticino di olio profumato ricavato da un frutto che si chiama “bergamotto” e che i suoi giovani coltivano nelle terre sottratte alla mafia e all’andrangheta.
Ve ne parlo perché voglio farvi comprendere che nel sacro Crisma che ungerà la vostra fronte c’è un po’ del vostro olio e un po’ del profumo di una terra dove si lotta per la giustizia, la verità e la pace.
Così nel crisma consacrato c’è un po’ della vostra generosità e un po’ della forza dei giovani calabresi nostri amici e fratelli che ci insegnano il coraggio per la giustizia e la pace.
Ma perché dar tanto rilievo a questo olio?
Perché l’unzione con il crisma che caratterizzerà la vostra Cresima è la stessa unzione con cui tutto e tutti nella Chiesa veniamo consacrati.
A cominciare da Gesù che, come avete sentito nel vangelo applica a sè la frase del Profeta Isaia che dice: Lo Spirito del Signore è su di me: per questo mi ha consacrato con l’unzione “. L’unzione del Crisma ci consacra, come è consacrato Gesù il cui nome, ”Cristo”, deriva proprio da “crisma” e significa “Unto” cioè Consacrato.
Qui tutti siamo consacrati: voi, ragazzi, fin dal giorno del vostro battesimo mentre siete in attesa di essere consacrati con il santo Crisma nella vostra cresima.
Ma anche tutti i sacerdoti sono stati ordinati presbiteri, qualcuno da pochi anni, altri da oltre 50 anni epiù, sempre con lo stesso crisma, con cui il vescovo ha unto le loro mani per il ministero di grazia nella comunità dei fedeli.
E così il vostro Vescovo che, ormai quasi 12 anni fa, è stato consacrato con una speciale unzione sul capo perché tutta intera la sua vita fosse consacrata a voi in questa benedetta chiesa di Casale.
Ma ancora di più: lo stesso Duomo in cui siamo convenuti oggi è stato unto con lo stesso crisma nove secoli fa: come sapete venne allora, il 4 gennaio 1107 a consacrarlo con l’unzione il Papa stesso, Pasquale II .
E se voi osservate, i muri perimetrali di questo Duomo sono segnati da 12 croci, davanti alle quali oggi abbiamo acceso delle candele. Quelli sono i segni della consacrazione.
Anzi vi suggerisco un esercizio: quando a Pasqua andate nelle vostre parrocchie, guardate sulle lesene o sulle colonne delle vostre chiese: in molte di esse vedete il segno della Croce. Sono i segni dell’unzione con cui quelle sante mura delle vostre chiese sono state unte con il Crisma per la consacrazione.
Tutti siamo consacrati, nel battesimo e nella cresima.
Noi sacerdoti siamo consacrati, grazie all’ordine sacro.
La chiesa e gli altari sono cosparsi dal crisma, perché nella loro materialità rappresentano l’Unto, il Cristo, E noi tutti, pure.
Ecco la festa dell’olio. Ecco il suo profumo e la sua forza simbolica.
Ma chi ci consacra? Forse l’olio profumato?Non basterebbe.
Chi ci consacra è lo Spirito Santo.
Sentite che cosa ha scritto, secoli e secoli fa un grande Vescovo: San Cirillo di Gerusalemme in una delle sue catechesi battesimali: “Siete diventati consacrati, quando avete ricevuto il segno dello Spirito Santo. Tutto si è realizzato per voi in simbolo, dato che siete immagine di Cristo. Egli battezzato nel fiume Giordano, dopo aver comunicato alle acque i fragranti effluvi della sua divinità, uscì da esse e su di lui avvenne la discesa dello Spirito santo.
Anche a voi, dopo che siete emersi dalle sacre acque, è stato dato il crisma, di cui era figura quello che unse il Cristo, cioè lo Spirito Santo. Di lui anche il grande Isaia, parlando in persona del Signore, dice nella profezia che lo riguarda: “Lo Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione, mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri” (Is 61,1)
Cristo non fu unto dagli uomini con olio o altro unguento materiale, ma il Padre lo ha unto di Spirito Santo.
Egli fu unto con spirituale olio di letizia, cioè con lo Spirito santo, il quale è chiamato olio di letizia, perché è lui l’autore della spirituale letizia. Voi, invece, siete stati unti con il crisma, divenendo così partecipi di Cristo e solidali con lui.
Guardatevi bene dal ritenere questo crisma come un puro e ordinario unguento. Santo è quest’unguento e non più puro e semplice olio, ma dono di Cristo e dello Spirito Santo. È divenuto efficace per la presenza della sua divinità e viene spalmato sulla tua fronte e sugli altri tuoi sensi con valore sacramentale. Così, mentre il corpo viene unto con l’unguento visibile, l’anima viene santificata dal santo e vivificante spirito.
È questa una pagina di grande catechesi che ho voluto oggi riprendere per tutti voi, nell’anno in cui ricordiamo la Consacrazione del nostro Duomo a nove secoli di distanza.
Il Duomo consacrato è esso stesso un simbolo. Simbolo di noi, chiesa viva, consacrata- come Gesù- nell’olio e nello Spirito.
Facciamo onore a questa consacrazione che mentre unge il nostro capo nel Battesimo, nella Cresima e nell’Ordine sacro, ci consacra nello Spirito Santo di cui- come dice San Paolo- diventiamo “tempio consacrato”.
La festa del Duomo, è così la nostra festa.
E quando il profumo del Crisma fluirà dal nostro altare questa mattina, pensiamo che siamo noi- consacrati con il Crisma- il “profumo di Cristo” che deve spargersi nel mondo.
Che cosa vuol dire?
Che partecipi dello stesso olio che ha unto e consacrato Gesù, noi dobbiamo spargere il suo profumo di giustizia, di santità, di pace e di speranza.
Sì, perché oggi Gesù è presente nelle nostre città e nei nostri territori, non solo con le belle chiese della nostra terra, a cominciare da questo stupendo Duomo secolare, ma Gesù oggi è presente nella nostra società attraverso di noi consacrati come lui nello Spirito Santo.
Il “profumo di Cristo” siamo noi che dobbiamo essere suoi testimoni.
Sì, “testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”.

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