L'acqua che sgorga dal Tempio (Pasqua 2007)

La nostra liturgia questa mattina è partita dal nostro Battistero attorno a cui questa notte l’assemblea cristiana ha rinnovato i voto battesimali, attingiamo dal fonte l’acqua della novità di vita, per camminare alla luce sfolgorante del Risorto.
Anche questa mattina siamo di nuovo partiti di là, dalla conca del fonte, grembo fecondo della Chiesa-Madre, per essere aspersi noi pure con l’acqua benedetta della Pasqua del Signore.
E intanto la nostra corale cantava l’antica antifona pasquale da cui voglio ripartire questa mattina per scoprire con voi il sagreto di questa Pasqua di luce.
Vedi aquam egredientem de templo, a latere dextro. Alleluia!
“Ho visto l’acqua uscire dal lato destro del tempio”.
È l’eco della parola antica di Ezechiele la cui visione profetica è suggestiva: un rivolo d’acqua pura esce dal lato destro del tempio e via via che scorre nella città di Gerusalemme, nei suoi dintorni, fino al deserto e infine al mare, porta prosperità, ricchezza e salute.
E infatti l’antifona prosegue “Et omnes, ad quos pervenit aqua ista” salvi facti sunti et dicent: alleluia, alleluia!
E tutti coloro a cui giunge quest’acqua, sono salvati e proclamano: alleluia!
Noi, siamo stati aspersi con questa acqua Pasquale.
Noi che riconosciamo nel fonte del nostro battesimo la nostra rinascita in Cristo come nuova creatura.
Poiché è questo il senso della festività che esultanti celebriamo.
Ce lo ha confermato l’apostolo Paolo proprio questa mattina: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio”.
La nuova creatura, nata dal fonte e illuminata dalla luce di Cristo, cerca con occhi nuovi il volto di Cristo alla destra del Padre e per mezzo di Lui viene come assorbita, per il legame dorato dello Spirito, nel mistero di grazia e di gloria della Santa Trinità.
È questo il destino di chi, come noi, rinato dall’acqua e dallo Spirito nell’esperienza battesimale, è divenuto nuova creatura, fatto bambino per entrare nel Regno.
“La vostra vita- continua San Paolo- è nascosta con Cristo in Dio”.
Questa Pasqua è per noi la risposta a questo mistero di grazia che è stato il nostro Battesimo anche grazie alla nascosta e un po’ misteriosa simbologia del nostro nuovo Battistero che, proprio a queste ricche sorgenti bibliche e teologiche, vuole ispirarsi.
Questo infatti è per noi il messaggio pasquale. Non solo un ricordo nostalgico d’un evento storico passato, ma la vivace attualità di un’acqua sempre nuova che zampilla dal lato destro del Tempio.
Ma il tempio è Cristo.
Dalla trafittum del costato che Egli mostra, con le mani ferite, agli apostoli esultanti nel vespro pasquale, continua a sgorgare sangue e acqua, simboli del Battesimo e dell’Eucaristia, dono supremo del Cristo Pasquale.
Fissiamo lo sguardo in questa solenne splendida icona del “Christus triunphans” che domina il nostro Duomo nove volte Centenario.
È l’icona della Pasqua, è il simbolo del trionfo pasquale.
Da quel fianco squarciato, lato destro del Tempio, continua a sgorgare, come dal fonte battesimale, l’acqua che salva.
E come abbiamo cantato, l’acqua di salvezza esce dal lato destro del tempio e invade la città e il mondo, portando ovunque secondo l’antica profezia, vita e speranza.
Nella Pasqua del Centenario del Duomo vuole essere questo nostro augurio pasquale: che da questo tempio consacrato nove secoli fa, possa uscire,ancora e per tutto il nostro futuro, l’acqua che sgorga come da fonte inesauribile.
Il fonte battesimale è sulla soglia, infatti, non solo per chi entra per trovare pace e novità di speranza.
Esso è sulla soglia perché le sue acque di salvezza fluiscano nella città dell’uomo e portino a tutti quella speranza e quella vita nuova che ogni uomo, ogni famiglia e l’intera società anelano a ricostruire nella coscienza e nei i costumi.
L’acqua del fonte aperto alla città e al mondo è il nostro augurio di Pasqua, di questa Pasqua che illumina i novecento anni di storia di questo tempio, Chiesa di speranza nel cuore della città.

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