Intervento al Convegno del Movimento per la Vita

“Annunciare in primis la verità”
Ho trovato questa frase nell’intervento conclusivo di Mons. Caffarra. Egli la attribuisce come compito alla chiesa, ma vorrei estenderla a tutti gli uomini e le coscienze.
È infatti un dovere di tutti.
E trovo significativo che il vero “humus” fondativo di questo convegno, di cui vengono qui pubblicati gli atti, sia proprio l’anelito alla verità.
Verità da conoscere, scandagliandone tutte le profondità.
Verità da annunciare, superando tutte le barriere.
Oggi, come sempre, la grande barriera contro cui cozza la verità è il pilatesco scetticismo di cui ci dà testimonianza la parola del Vangelo di Giovanni che, di quel personaggio contradditorio e sfuggente che è Pilato, ci riferisce la famosa interrogazione: “Quid est veritas?”.
Che, se fosse stata domanda sincera alla ricerca di una risposta, sarebbe stata meritoria per tutta la storia e l’umanità.
Il guaio è che la domanda era scetticamente retorica e la risposta non solo non fu cercata, ma neppure attesa.
Dice infatti Giovanni: “E detto questo uscì di nuovo”.
Pilato, che non cerca risposte, è simbolo, ormai perfino troppo trasparente, di un nichilismo culturale che da ogni parte ci inonda. Non la verità, ma la propria opinione, sembra essere l’anelito dell’uomo d’oggi.
Ho letto, nello stesso contributo di Mons Caffarra, questa lucida diagnosi: “La vera disgrazia dell’uomo oggi è d’aver smarrito la propria ragione, di averla degradata ad essere solamente una ragione calcolatrice e strumentale. Non abbiamo a che fare con un uomo incredente, ma- ed è peggio- irragionevole”.
È proprio qui, sulla crisi della ragione, che si colloca questo contributo culturale, nello sforzo onesto e sincero di tendere alla verità e di arrivarci insieme.
Insieme con tutti, anche con chi non è illuminato dalla fede evangelica, perché la difesa della vita umana non può essere privilegio dei soli credenti.
Ciò che è apprezzabile in un convegno (e in un libro) come questo è certo la forte passione per la verità sull’uomo, una verità che la fede certo può illuminare, ma che la sola ragione può pure conseguire.
Ragionamenti pacati, documentazioni ineccepibili, sillogismi stringenti, ricerche intellettuali, sviluppi culturali condivisibili da tutti: ecco il pregio.
Ma insieme una grande passione, quella che pascalianamente potremmo chiamare “passion de convaincre” .
Sì, la voglia appassionata di convincere anche gli altri. Anche chi non condivide con noi la fede, ma con noi può percorrere le strade che, attraverso la ragione, conducono alla verità.
Sì, la verità sull’uomo, sulla sua dignità, sul suo destino.
Se continueremo a perseguire, con questo stile, un dialogo razionale con gli uomini del nostro tempo, non potremo non comunicare loro anche la nostra passione: la passione per la verità.
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+ Germano Zaccheo
vescovo

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