UN ANNO DOPO: Questa sera messa in Duomo per Mons. Zaccheo

La ricorrenza del primo anniversario della morte del nostro Vescovo Mons. Germano Zaccheo sarà celebrata solennemente nella Cattedrale di Casale il prossimo giovedì 20 novembre.alle ore 21 e sarà presieduta dal nostro Vescovo Mons. Alceste Catella con il Capitolo della Cattedrale e i Vicari Foranei. Saranno concelebranti tutti i nostri sacerdoti. L’orario è stato scelto per consentire la più ampia partecipazione dei fedeli e dei gruppi impegnati. I sacerdoti si troveranno in sacrestia venti minuti prima con il camice e la stola viola.
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Nella notte di Natale del 2000, con gesto di grande sensibilità paterna, mons. Germano mi donava un'immagine della Santa Pietà di Cannobio tanto cara alla sua famiglia, accompagnando il dono con queste parole: "...mamma ed io abbiamo deciso di rinunciare all'immagine della Santa Pietà certi di fare a te un dono gradito...". Mi è perciò impossibile non unire strettamente il ricordo, grato e riconoscente, del vescovo Germano all'immagine della Santa Pietà. L'icona, venerata nel santuario di Cannobio, offre alla devozione dei fedeli la figura del Cristo deposto dalla croce, ritto in piedi tra la Madonna e S. Giovanni, con il corpo insanguinato, recante i segni della passione ed il costato squarciato da cui escono sangue ed acqua. È la raffigurazione del Cristo Signore che tutto ha dato per la salvezza dell'uomo non trattenendo nulla per sè. Il quadretto della Santa Pietà , che mons. Germano ha fissato con i suoi occhi fin dalla fanciullezza ha, secondo me, accompagnato e segnato profondamente la sua vita di uomo, di presbitero e di vescovo. Avendolo conosciuto da vicino negli anni del ministero episcopale nella nostra diocesi l'ho sempre percepito come una persona pronta a dare e a darsi. Ha dato alla diocesi casalese la sua intelligenza vivace, versatile e brillante. Ha dato, attraverso un'azione pastorale fondata su una grande capacità relazionale, la sua umanità calda e accogliente attraverso la quale faceva passare l'annuncio evangelico, non come dottrina fredda e disincarnata, ma come possibilità di incontro qui e ora con Dio fattosi uomo in Cristo Gesù per portare a tutti ragioni di vita, di speranza, di gioia, oltre ogni inevitabile difficoltà e sofferenza. Ho personalmente sperimentato quanto ha dato al seminario in vicinanza, presenza, sostegno e condivisione senza risparmio di tempo e di energie. Ha dato ai poveri, che numerosi bussavano alla sua porta, tutto quanto aveva nel portafoglio con una generosità che non indietreggiava neanche di fronte a quanti lo invitavano ad usare l'umana prudenza, in lui la carità era davvero sopra tutto. Ha dato tanto in amicizia con sensibilità e delicatezza, insospettate in un temperamento, come il suo, estroverso ed esuberante. Si è dato attraverso un grande amore e una grande passione per la chiesa, in modo particolare per la chiesa casalese, nella quale si è totalmente e profondamente inserito con tutto se stesso. Si è dato interamente al Signore con amore filiale, oserei dire nello stile della fanciullezza evangelica. Si è dato alla beata vergine Maria che amava incontrare con frequenza nel nostro santuario diocesano di Crea, negli annuali pellegrinaggi a Lourdes con l'Oftal, o a Fatima da dove, un anno fa, la madre di Dio e madre nostra lo ha preso per mano per accomapgnarlo nella casa del Padre. Si è dato ai fratelli e alle sorelle che il Signore aveva affidato alla sua paternità episcopale. Si è dato ad ogni esperienza del bello nei vari campi dell'arte e della cultura. Ma, chi dona e si dona fa anche l'esperienza della sofferenza e, l'episcopato del vescovo Germano – fatto poco o per niente sottolineato – è stato segnato dalla sofferenza. Ha sofferto per le non sempre accoglienti e convinte risposte ai piani e progetti pastorali pensati e offerti con entusiasmo e saggezza. Ha sofferto per la sua generosità non sempre compresa e spesso scambiata per prodigalità. Ha sofferto perchè di fronte a qualche scelta difficile, nei vari ambiti dell'agire ecclesiale, non ha trovato condivisione e appoggio. Ha sofferto per l'amicizia donata e, alcune volte, accolta, forse, solo per convenienza. Posso testimoniare, infine, che nel vescovo Germano ho sempre trovato un padre forte e comprensivo, un fratello maggiore presente e vicino nei momenti belli ma anche cruciali e difficili del mio ministero, un amico sempre pronto a tendere la mano. Giunga anche alla mamma, signora Rita, il grazie filiale e riconoscente per la sua sempre materna, discreta e cordiale accoglienza.
Grazie vescovo Germano, continua ad accompagnare con amore e sollecitudine dalla luce intramontabile della comunione dei santi la chiesa casalese e il vescovo Alceste.

Don Francesco Mancinelli

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