Lourdes, Maria e gli ammalati

Ieri una signora malata, amareggiata di non poter essere qui questa sera o domani pomeriggio, mi ha pregato di fare una carezza e di dire grazie al suo Vescovo.
L’ho fatto con tanto piacere anche a nome di centinaia, migliaia di malati, disabili, che hanno voluto bene al loro Vescovo e che da lui si sono sentiti sinceramente ricambiati.
Del resto don Germano aveva dimostrato la sua predilezione per loro fin dal suo primo ingresso ufficiale in questa sua Cattedrale il giorno del suo ingresso in Diocesi nel settembre del 95.
E c’è una bella fotografia scattata proprio ai piedi di questo altare che lo testimonia: don Felice Moscone, suo indimenticabile e rimpianto Vicario Generale, lo invita ad andare verso la Cappella di Sant’Evasio e don Germano che se ne va dall’altra parte verso le carrozzelle di malati e disabili per salutarli uno per uno.
E da quel giorno non aveva mai smesso di stare con loro: nei Pellegrinaggi a Lourdes, per il Capodanno (in dodici anni ne ha saltato uno solo perché era in Africa a visitare le missioni), con visite alle Case di Riposo, all’Ospedale, in case private.
Era uno spettacolo vedere gli occhi di malati, disabili, anziani all’incontro con il loro Vescovo: l’immagine della gioia.
Ma nei miei ricordi più che il Germano Vescovo rimarrà sempre il don Germano prete.
Sandrino un giovane gravemente disabile era ormai alla fine dei suoi giorni: l’8 dicembre del 1999, la festa dell’Immacolata.
Don Germano, nonostante fossero ormai le nove di sera, aveva voluto potargli l’unzione degli Infermi.
Anche se avevo superato i 56 anni non avevo mai assistito alla sua somministrazione che immaginavo un momento triste e tetro.
Invece don Germano aveva abbracciato Sandrino, l’aveva stretto a sé, aveva pregato con lui, gli aveva sussurrato dolcemente all’orecchio con commozione e con una tenerezza indescrivibile.
Mi sembrava quasi che don Germano avesse preso in braccio Sandrino per accompagnarlo davanti al Signore.
Don Germano saranno stati in tanti martedì sera i malati, i disabili, gli anziani, ad accoglierti in paradiso per dirti grazie per la tua amicizia, per il tuo affetto: potrei fare un elenco infinito.
E sono in tanti, centinaia, forse migliaia i malati, i disabili, gli anziani che in questi giorni ti ringraziano e piangono il loro amico, il loro Padre affettuoso, nella certezza però di ritrovarti un giorno, quando Dio vorrà, in Paradiso.

Enzo Defrancisci

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