Bagnasco e Betori: «Ha servito con generosità la Chiesa italiana»

Una «generosa figura di pastore che ha donato l’intera vita alla Chiesa». Così ricordano il vescovo Zaccheo il presi­dente e il segretario generale della Cei. In un te­legramma firmato congiuntamente e indiriz­zato al vicario generale della diocesi di Casale Monferrato, Angelo Bagnasco e Giuseppe Be­tori partecipano «al cordoglio dell’intera co­munità diocesana» per la «prematura scom­parsa » del presule. «Unendoci al dolore dei sa­cerdoti e dei fedeli che lo ebbero come padre nella fede – si legge nel testo – desideriamo ri­cordare la sua generosa figura di pastore che ha donato l’intera vita alla Chiesa, esercitando il ministero episcopale al servizio della diocesi di Casale Monferrato, guidata con amorevole cu­ra e fecondo magistero. Della sua competenza ed esperienza si è avvalsa anche la Cei – prose­gue il telegramma – come membro della Com­missione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e in particolare co­me presidente del Comitato per la promozio­ne del sostegno economico alla Chiesa cattoli­ca ». Dolore e sgomento la mesta notizia ha suscita­to soprattutto negli uffici del Servizio Cei con il quale il vescovo aveva frequenti contatti. Il re­sponsabile, Paolo Mascarino, ricorda come Zac­cheo avesse «raccolto nel 2002 con generosità e competenza l’eredità del cardinale Attilio Ni­cora alla presidenza del Comitato che segue da vicino tutta l’azione formativa e promozionale per il sovvenire. In questi anni – aggiunge – egli è stato un punto di riferimento costante per tut­ti noi, e ha saputo dare particolare impulso al gruppo dei vescovi delegati regionali e al Co­mitato, creando un clima di fraternità che ha permesso un confronto cordiale, vivace nella dialettica e ricco nei contenuti». Monsignor Lui­gi Mistò (che del Comitato è uno dei membri 'storici') ne sottolinea la «statura pastorale, con­notata da una singolare e ricchissima umanità», il «sorriso con cui sempre venivi accolto» e la sua «capacità di amicizia personale, che andava ol­tre la semplice collaborazione». «Nel lavoro più specifico legato al 'sovvenire', mi pare signifi­cativo rimarcare la sua capacità di valorizzare l’apporto di tutti, che partiva da un’attenzione paziente e costante all’ascolto di ciascuno». Un ricordo, infine, anche da parte di Antonella Car­damone e Stefano Gasseri che gli erano parti­colarmente vicini, durante gli incontri con gli in­caricati diocesani: «Per noi è stato un esempio trainante. Sempre affettuoso e allegro, capace di entusiasmare e coinvolgere tutti». (M.Mu.)
("Avvenire" del 22 novembre 2007)

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